giovedì 10 maggio 2018

Qualcosa stona

Buongiorno Daimones, sono tornata oggi in questo mio angolino e appena ho aperto la pagina mi sono accorta che qualcosa stonava. La frase di benvenuto non c'entra niente con la frase sotto il titolo del blog. Cercherò di spiegare e di spiegarmi il motivo e magari appena ho tempo la cambio. Del resto, non so quante persone siano passate di qui e si siano accorte di questo, però a me adesso dà fastidio.

Ho scelto il nome del blog perché mi piaceveva molto il suono di questa parola (vedi post di inizio), ma il mio obiettivo era mettere nero su bianco e senza filtri alcune mie riflessioni, un po' come si fa quando si scrive un diario, ma senza parlare esplicitamente di me, bensì cercando di universalizzare la riflessione in modo da poter coinvolgere ipotetici lettori che, bazzicando sul web, fossero giunti a un mio post.
Dopo aver creato il blog devo aver pensato che fosse carino scrivere una frase di benvenuto e allora ho giocato sul fatto che il nome del blog fosse il contrario di un'altra parola e sulla mia passione per il celebre romanzo di Lewis Carrol.
Tuttavia la frase sotto la descrizione (una zattera nel gran mare dell'Essere) riflette la vera natura del mio blog e si rifá a Platone (come del resto anche l'appellativo daimones). La zattera è uno strumento idoneo alla navigazione, ma è sproporzionato alla distesa d'acqua che deve affrontare, così come ogni uomo è "sproporzionato" rispetto all'Essere. Io mi sento un po' come una zattera nel gran mare della vita e faccio delle riflessioni sulla vita, che spesso corrispondono a dei punti fermi a cui sono giunta (ma che col tempo potrebbero cambiare).
A proposito di mare dell'Essere anche Dante nel Paradiso parla di un nocchiero nel gran mare dell'Essere, ma preferisco l'immagine di Platone, perché emerge di più la sproporzione, mentre Dante pone più l'accento sulla capacità dell'uomo di saper attraversare quel mare della vita pieno di tribolazioni perché il nocchiero sa affrontare il mare.

Ultima nota: mi rivolgo sempre a voi daimones, ma in realtà a nessuno e questo mi rende più libera. Voi siete daimones, i demoni, le anime platoniche, e quindi siete me stessa, siete dentro di me. E allora è un dialogo interiore, perchè tutti abbiamo bisogno di dialogare con noi stesi per tenere viva la nostra coscienza. Tra l'altro a proposito di daimon mi viene in mente la trilogia "Queste oscure materie", dove i daimon sono animali che sono legati all'uomo (tant'è che non possono allontanarsi troppo dell'uomo, pena un fortissimo dolore), che conoscono il pensieri dell'uomo e gli uomini parlano con loro.

In ogni caso, cari Daimones, se capitate qui per caso, rispondete pure a questo post, in cui apertamente dichiaro di parlare da sola xD