domenica 4 settembre 2016

La satira di Charlie Hebdo


Qualche giorno fa questa vignetta di Charlie Hebdo ha suscitato molta indignazione in Italia e i social sono esplosi con gli insulti e le critiche a questo giornale, tant'è che alcuni si sono chiesti dove fosse finito il #jesuischarlie dello scorso anno.
Io non penso che tutti gli indignati siano incoerenti, perchè un uomo può cambiare opinione, anzi, qualcuno ironicamente dice che è meglio cambiare idea, piuttosto che rimanere fissi su una perchè vuol dire che si hanno altre idee. Sicuramente anche a voi, Daimones, sarà capitato di accorgervi che su un dato argomento la pensate diversamente da come la pensavate in passato.

Questa vignetta è stata definita schifosa, irrispettosa, scandalosa e in mille altri modi e molti sostengono che non dovevano pubblicarla. Non sono d'accordo: lo scopo della satira è quello di suscitare reazioni forti e da questo punto di vista la vignetta è perfetta.
Inoltre fin dai tempi antichi la satira serviva a mettere in luce i vizi della società e io dietro alla rappresentazione degli italiani con i vari cibi leggo: "è tutto un magna magna" (anche se può avere altre interpretazioni). E la corruzione è tipicamente un vizio di questo tempo, quindi anche da questo punto di vista la satira è perfetta.
Non sto dicendo che mi piace quella vignetta o che l'abbia trovata divertente, però rispetto al genere di cui fa parte, cioè la satira, è geniale.


Invece ritengo un errore e non me lo spiego la seconda vignetta di Charlie Hebdo. Infatti la satira deve essere dissacrante e non si deve mica difendere per questo.
Inoltre rende esplicito il messaggio celato nella precedente vignetta e così facendo annulla il senso di quella vignetta e soprattutto, non è più satira. La seconda vignetta non è stata satirica e per questo non l'approvo, senza contare il fatto che parlare di mafia è generalizzare, non so quanto le case di Amatrice abbiano a che fare con la mafia, anche se con la corruzione sì.

Voi cosa ne pensate, Daimones?